Migranti come noi

Caro fra Simplicio,

vorrei raccontarti di una cosa che mi piace molto fare a scuola: molto spesso durante le lezioni di italiano facciamo educazione civica. Gli argomenti che affrontiamo mi interessano molto. Mi ha attirato particolarmente l’ultimo trattato in classe: i diritti umani. Secondo me ogni persona, anche se di razza, lingua e religione diverse, ha i suoi diritti; per questo penso che i migranti che arrivano dall’Africa e dall’Asia, a causa di una situazione di miseria, guerra e dolore, dovrebbero senza nemmeno discuterne, essere aiutati, soprattutto le donne e i bambini. Questa situazione non tutti la comprendono e per questo vorrei che a scuola si andasse a fondo con questo argomento. Un’idea sarebbe quella di invitare una persona che abbia vissuto di persona questa cosa, così che attraverso i suoi racconti, dalle emozioni si capisca come è ingiusto non aiutare questa povera gente. Molti hanno paura di questi stranieri e quindi si vuole chiudere i collegamenti con queste popolazioni in disagio sociale, come se nessuno ricordasse come noi italiani emigravamo in America con i barconi, anche noi in quel momento eravamo un popolo disagiato; perché non riusciamo a ricordare gli eventi storici! Alcuni miei compagni dicono che studiare la storia non serve, ma in realtà questo è il mezzo per imparare a non fare più gli stessi errori.

Scuola media Moroni

 

Messaggio ricevuto! Ed è di una logicità e chiarezza che non c’è assolutamente bisogno né di spiegare né di aggiungere nulla. Bravi ragazzi! E bravi professori! Questa è la scuola che ci piace, perché ci prepara ad essere cittadini consapevoli e responsabili, capaci di ragionare intelligentemente con la propria testa. Ma anche in grado di afferrare che tra gli uomini non ci sono differenze che giustifichino odio, esclusione, disinteresse, muri e reticolati: l’unica differenza è tra chi è davvero e profondamente umano e chi no. Nel Vangelo, poi, Gesù ci insegna che i piccoli, i poveri, gli esclusi per i più svariati motivi, devono essere sempre al centro delle nostre preoccupazioni. E noi crediamo anche delle preoccupazioni delle nostre comunità civili. Ma voi, ragazzi e ragazze, vi state esercitando quotidianamente in tutto questo? Con il compagno di banco antipatico… con la ragazzina che escludiamo sempre dal gruppo… con il disprezzo malcelato di ironia verso chi non ci assomiglia… con quelli dell’altra squadra, dell’altra tifoseria, che ascolta altra musica, non indossa capi firmati… Avete il coraggio di dire la vostra senza vergogna, anche andando controcorrente? Alle assemblee di classe… al parco con gli amici… in oratorio… a tavola con i genitori… Dai, cambiamo assieme il mondo!

Fra Simplicio