Bivi inesistenti

Caro fra Simplicio,
sono sempre io, Rosa che andrà in Paraguay con la sua sfilza di problemi. Sperando di non annoiarti, di non indurti a sparare a me o a te stesso, sono tornata con un nuovo problema che mi sta causando davvero molti dubbi.

Come forse ricorderai, uno dei miei problemi riguarda la mia sessualità. Dopo aver passato quasi due anni ad analizzare i sentimenti che provavo per la gente ero giunta, alquanto certa, alla conclusione che sono lesbica. Dopo un po’ di problemi di autoaccettazione e dubbi riguardo al coming out, finalmente mi sentivo pronta quando vado di nuovo in crisi.
E qui apriamo una microparentesi, o rischi di non comprendere. Nella mia provincia c’è un’associazione, non sono sicura sia il termine più adeguato ma passamelo per cortesia, delle scuole. Questo gruppo ogni anno organizza svariati corsi, incontri, spettacoli. Sin da quando facevo l’ormai lontana quarta ginnasio ho avuto dei rapporti, per quanto non molto stretti, con questa associazione grazie al corso di teatro che facevo. Quest’anno avevo deciso di provare a impegnarmi di più, così ho partecipato a due viaggi, uno per andare alla marcia della legalità a Bologna, l’altro per conoscere l’Europa. Il secondo, che d’ora in poi chiamerò semplicemente viaggio, durava sei giorni con cinque notti.
Io ero andata insieme alla ragazza che probabilmente è la mia migliore amica e la mia ex migliore amica, nonchè mio grande primo amore. Il terzo giorno ho conosciuto, in una maniera un po’ particolare, un ragazzo. La sera sono andata nella sua camera con le mie amiche e abbiamo chiacchierato del più e del meno a lungo. Quindi, tornate nella nostra camera, le mie amiche hanno commentato che lui ci stava provando con me. Io le ho liquidate, stabilendo che ciò era assolutamente impossibile, ma nei giorni successivi ho iniziato a nutrire qualche dubbio.
Purtroppo il viaggio, che è stato una delle esperienze migliori della mia vita, è giunto al termine. Già la prima notte tornata nel mio letto, mentre cercavo di addormentarmi continuavo a pensare a lui. Nei giorni seguenti mi sono resa conto che mi mancavano tantissimo il suo sorriso, la sua voce, i suoi abbracci. Finalmente, dopo quasi una settimana, l’ho rivisto, mi ha sorriso e io ho ricambiato, ci siamo salutati con un gesto della mano anche se purtroppo non sono riuscita a parlargli, e ho passato i giorni successivi con un sorriso ebete stampato in faccia, di cui non riuscivo assolutamente a liberarmi. In questi giorni in stazione continuo a cercarlo, sono andata a controllare i suoi orari di scuola per vedere quando posso incontrarlo e continuo a pensare a tutti i momenti, le battute, le idee che abbiamo condiviso.
In conclusione, credo davvero di essermi innamorata (sono cosciente che alla mia età non si dovrebbe dire “innamorarsi” ma infatuarsi o verbi del genere, ma per il momento preferisco innamorata, al limite, come dice una mia amica, “sono stra cotta”) di lui. Il problema? Io tra pochi mesi parto per andare dall’altra parte del mondo. Inoltre, per quanto lui mi piaccia e io lo trovi dolcissimo, non riesco a provare per lui alcun desiderio che vada più in là di un semplice bacio. Come se non bastasse, non sono minimamente abituata a interagire coi ragazzi, poichè alle medie ero ancora troppo timida e alle superiori mi è completamente mancata la componente maschile sia in classe sia, di conseguenza, nelle amicizie.

Comprendo che questa lettera può, e forse è davvero così, sembrare stupida, infantile e inutile, ma volevo provare a chiedere consiglio a un adulto e non sapevo a chi rivolgermi.
Un saluto.

P.S. Non ho festeggiato con la mia famiglia la notizia della partenza con un pranzo cucinato da me, altrimenti credo che avrei mandato tutti, me compresa, all’ospedale. In ogni caso, sicuramente prima di partire andrò al ristorante con loro e i miei parenti più stretti.
Rosa, 16 anni

Carissima Rosa,

che gioia risentirti! Era un po’ che mi domandavo come andavano le cose! Grazie per aver preso in considerazione il pranzo cucinato da te… sono certo che all’ospedale non ci sarebbe finito nessuno (fa sempre parte di quelle “certezze” su te stessa che prima o poi riuscirai a smontare;) ma direi che il ristorante va benissimo (e come dicono i giovani, soprattutto se a pagare il conto sono i genitori!!!!).
So di farti arrabbiare, ma… non mi stupisce affatto quello che mi hai scritto.
Ma non perchè in cuor mio lo speravo o cose del genere. Semplicemente perchè, come ti avevo scritto forse nella prima lettera, stai vivendo un’età in cui le certezze sono ben poche (e, credimi, anche nella vita adulta è comunque importante sentirsi sempre in divenire e avere la capacità di mettersi in discussione).
Nel momento in cui meno te lo aspettavi hai cominciato a guardarti intorno… ma sai perchè? Perchè ad un certo punto, un po’ di tempo fa, hai cominciato a guardare dentro TE STESSA  e a volerti un po’ più bene! GRANDE ROSA!!! GRANDISSIMA!!!
Possono succedere mille cose fino al momento in cui partirai, ma non è questo che conta. Quello che conta è che tu non parti più con la certezza di sapere tutto di te, come scrivevi anche nell’ultima mail dove avresti voluto dire tutto ai tuoi per svuotare il sacco e partire più leggera, ma ti stai rendendo conto che stai scoprendo piano piano piano chi sei e che la vita ti sta riservando delle sorprese.
A quanto pare, questo ragazzo non si è accorto che ti è mancata la componente maschile nella tua vita… e da quello che leggo mi sembra che anche tu stia vivendo la tua femminilità nei suoi tratti peculiari…
Fino a pochi giorni fa nemmeno pensavi che potesse piacerti un ragazzo o addirittura “innamorarti” di lui. Quindi di cosa ti stupisci se non pensi di potergli dimostrare affetto se non con un bacio? E un bacio non è affatto una cosa “semplice”!
Questa tua evoluzione è stupenda!!! E io sono felice di assistervi e di accompagnarti!!!
Grazie!
Alla prossima! Con affetto,
Fra Simplicio
 

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