Me ne lavo le mani!

 

In questo strano periodo abbiamo reimparato malgrado noi a prenderci cura di questi nostri due organi pentadattili, prensili e tattili, anzi forse qualcuno ha molto più semplicemente riscoperto di avere delle mani lì in fondo alle braccia, e di come, oltre a ciondolare o muoversi maldestramente facendo cadere bicchieri e vasi, esse siano importanti, nel bene e nel male, beh, vediamo di non fermarci qui.

Di quante cose ci si possa fare con e grazie alle mani, oltre alle più banali e scontate: tipo mettersi le dita nel naso, venire alle mani, dare una manata, baciare mafiosamente la mano, legare le mani e non solo metaforicamente, comporre gesti più o meno osceni con le dita, allungare le mani, ordinare “mani in alto!”, mani «che stringono ancora quei 30 denari», come gorgheggiava Eduardo De Crescenzo anni fa in Mani. Che però, nella stessa canzone, cantava anche: «Se sei un amico ti stringo la mano / se chiedi un aiuto ti tendo la mano», e ancora: «Le mani che sanno parlare, che sanno guarire e che sanno pregare».

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