Modà: Siamo uno stato d’animo

Buona fortuna – Parte prima, così i Modà hanno scelto di intitolare il loro nuovo album. Per essere precisi questo è un ep, cioè un disco con una manciata di canzoni (sei in tutto), che arriva a due anni dall’ultimo lavoro di studio Testa o croce.

Buona fortuna – Parte prima sembra un augurio: “In effetti di fortuna abbiamo bisogno tutti, italiani, europei, persone di tutto il mondo. Buona fortuna, cerchiamo di ripartire: è un titolo a cui abbiamo pensato in un momento delicato”. Poi, il titolo specifica “Parte prima”: “Questo ep fa parte di un progetto più esteso. Lo abbiamo suddiviso perché abbiamo voluto approfondire sia i temi sia i suoni. Siamo molto orgogliosi nel dire che noi cerchiamo di mettere il meglio possibile in ogni brano”.

Kekko Silvestre, cantante della band, si sofferma sulla musica dei Modà: “In questo album abbiamo inserito qualche azzardo in più, ma non abbiamo snaturato lo stile melodico-compositivo che contraddistingue da sempre il nostro DNA, il puro stile Modà: però, sì, c’è dell’elettronica, c’è qualche guizzo diverso. Musicalmente parlando siamo stati sempre molto vari, noi non abbiamo un genere: noi siamo uno stato d’animo, quello che ci va di scrivere lo mettiamo nel disco. E infatti abbiamo un pezzo più caraibico, quello più classico, c’è la ballad. Facciamo musica pop, musica capace di attraversare tutte le generazioni e di arrivare a molti, ed è per questo che cerchiamo nei testi anche di dare, dove possibile, messaggi anche sociali”. Messaggi che non mancano anche in questo nuovo album.

Per esempio, si parla dei bulli che si nascondono dietro una tastiera: “Parliamo di gente frustrata che semina cattiveria a destra e a manca, lo diciamo in Comincia lo show. Una volta il bullo lo vedevi al parco, oggi è dietro uno schermo: i social sono una discarica a cielo aperto dove c’è la sagra del non so fare niente però sono bello e quindi metto la foto degli addominali con una frase del poeta Neruda – magari senza nemmeno sapere chi sia. Le persone non pensano più a studiare, dicono ‘io voglio fare l’influencer’. Io mi ricordo che una volta un ingegnere, un musicista, chiunque prima di parlare di qualcosa aveva studiato, aveva fatto. Oggi invece siamo tutti allenatori di calcio, tutti medici… Le critiche rivolte a me non mi interessano, però al mio posto potrebbero esserci persone molto fragili. Questi sono fenomeni difficili da controllare”. E quindi come si fa per migliorare la situazione, per essere noi per primi persone migliori? I Modà rispondono senza dubbi: rifacendosi ai valori, quindi “Al rispetto. Io”, precisa Kekko, “Da ragazzino ho fatto errori di cui oggi mi pento. Sono comportamenti che non vorrei avesse mia figlia, anche se sbagliare fa parte dell’adolescenza. Credo nella famiglia, nelle cose vere, reali, che posso toccare. Il mondo dello spettacolo è una scatola vuota, stando vicino alle tue radici ti senti più sicuro”.

La ricetta dei Modà per stare accanto ai ragazzi è parlare, “Dobbiamo dialogare con i nostri figli perché i pericoli ci sono. Ai ragazzi dico spegnete il telefono perché lì dentro si dà peso a una cosa che non esiste. Oggi i social danno grandi possibilità di farsi conoscere a chi ha un talento e conoscenze specifiche; questo è il loro lato positivo, non certo mostrare una vita bellissima che non esiste”. Come vedete, c’è tanto su cui riflettere in queste canzoni, potere della musica che veicola messaggi. I Modà lo fanno da vent’anni, “E non è cambiato molto per noi. Questo mi fa molto piacere”, dice Kekko, “Perché l’idea iniziale di avere una band è stata vincente. Da soli non si va da nessuna parte, insieme sì. Io scrivo a orecchio, so suonare il pianoforte, strimpello la chitarra, so scrivere le canzoni ma non sono un grande musicista. Quando tu hai un’idea di musica è fondamentale avere le persone che sviluppino il tutto. Farlo con la band significa metterci coerenza: se ci ascolti dici ‘sono i Modà’. La riconoscibilità era quella che volevo”.

Francesca Binfarè

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